La storia del digitale potrebbe avere mille date di nascita, ma noi la facciamo iniziare con l’invenzione del microchip. Uno dei due coinventori di quest’ultimo è l’italiano Fagin.


Siamo agli inizi degli anni settanta: si riesce a ridurre un calcolatore che occupa una stanza in un cubetto di silicio, migliorando addirittura l’efficienza di calcolo.

La nostra storia parte da qui e giunge sino alle miniaturizzazioni ed ai bassi costi dei computer di oggi. La scienza dei computer viene finanziata agli inizi negli stati uniti, nell’ambito della ricerca per la costruzione della bomba atomica. Terminata la guerra sembra fermarsi tutto, ma l’informatica diviene di nuovo fondamentale durante la “guerra fredda”. I finanziamenti prendono due strade: quella militare e quella della ricerca per migliorare le prestazioni dei calcolatori e farli entrare nella vita della gente. Infatti, alla fine degli anni sessanta, i computer sono ancora “macchine da film”. Paradossalmente è proprio il cinema lo sponsor migliore per il computer: la gente comincia a sognare il computer nelle proprie case.


Il microchip viene finanziato dalla stessa IBM. Siamo alla fine del 1971: il nostro “cubetto di silicio” fa vedere di che cosa è capace all’interno di un videogame. Nel frattempo, infatti, Nolan Bushnel comincia a programmare videogames. Il suo primo tentativo, Space Odissey, fallisce perché considerato troppo complicato. Bushnel ci riprova con un altro videogioco: Pong è il primo videogame immesso sul mercato, perché risponde a tutte le caratteristiche di vendibilità. Cominciano a dispiegarsi le enormi potenzialità dell’interattività: non più stare solo davanti ad uno schermo, ma entrare nello schermo. Per la prima volta si ha interazione in senso stretto: lo schermo non agisce se non siamo noi a farlo agire. I videogiochi pongono le prime regole fisse per l’interattività: comprensibilità immediata , gratificazione, gradualità, finalità, divertimento e simulazione.


Dal 1972 al1978 si parla solo di videogames. Nel 1978 nasce il primo Apple computer (chiamato così dal nome della casa discografica dei Beatles) ad opera di Steve Jobbs e W(???). I prezzi iniziali sono altissimi ed inoltre il gioco non sembra valere la candela: una volta acquistato un computer, cosa ci faccio? “Tutto” , ma in verità “niente”, perché servono i programmi, che all’epoca si limitavano ad essere in BASIC. Soltanto dopo anni di videogames (che comunque hanno accelerato la diffusione dei computer nelle case) arrivano i primi programmi utili: il Wordstar ed il Lotus-Excel, che sfruttano in pieno il meccanismo della simulazione.


All’inizio degli anni ’80 abbiamo già portato l’informatica negli uffici e nelle case (almeno in ambito statunitense). C’è bisogno di una nuova frontiera: far comunicare attraverso i computer. Nasce il modem, che sfrutta la rete telefonica, la quale assieme all’etere ed alla rete elettrica è l’unica rete che possiamo utilizzare. I primi modem procedono ad una velocità bassissima e si attaccano addirittura alla cornetta del telefono (come nel film “Wargames”). Pian piano, anche in i questo campo ci si migliora, si abbassano i prezzi e si entra in un circolo virtuoso. I provider maggiori sono Prodigy e (???). In Italia vi erano Videotel ed Itapac. Cominciano a diffondersi le prime BBS, tra cui Fidonet e d Arpanet, antenati storici della rete WWW.


A questo punto entra in gioco Bill Gates con la sua Microsoft. Gates, semplificando il sistema Unix, crea il MS-DOS. Cede la licenza del nuovo sistema operativo alla IBM che si stava imponendo nel campo dell’informatica, ma ne mantiene, per la Microsoft, la proprietà.


E’ il primo “break” nella storia del computer. Gates pensa quindi di coprire tutto il mondo con una rete satellitare di proprietà della Microsoft: la MSN (Microsoft Network). Porta avanti intenti monopolistici, ma commette l’errore di voler far pagare l’accesso al suo network. Per Gates l’importante è che l’hardware sia assoggettato al sistema operativo (infatti si accorda con l’Intel affinché produca microprocessori compatibili alle sue esigenze).

Ma nel 1994 Andresen inventa il browser Mosaic (la prima release di Netscape) che utilizza il protocollo WWW ed ha pagine marcate HTML: nasce la rete. Andresen riesce così a sorvolare la “cortina di ferro” di Windows, innalzata da Bill Gates: con Mosaic, infatti, si arriva direttamente in rete senza il bisogno di ricorrere ad i programmi della Microsoft. E’ il secondo “break” della nostra storia. Andresen, intanto, viene avvicinato da Jim Clarke della Silicon Graphic (acerrimo rivale di Gates) e fondano Netscape. Questa società nasce con una strategia molto semplice: facilitare l’accesso al WWW, con un uso semplice (l’interfaccia di Netscape) ed un facile reperimento.

Netscape, inoltre viene concesso gratuitamente agli utenti privati ed a pagamento alle istituzioni ed ai server. Gates sottovaluta la questione. Netscape però non è un semplice concorrente produttore di software: a Netscape non toccava il problema della concorrenza, si creava gratis un vastissimo bacino di utenti e non aveva bisogno di adattarsi agli aggiornamenti dei sistemi operativi. Inoltre Netscape non doveva sfruttare i canali tradizionali di distribuzione e vendita. Il vero obiettivo, non dichiarato, di Andresen e Clarke era di creare un’alternativa alla piattaforma di Gates, con linguaggi che si appoggiassero direttamente ad Internet.

Gates reagisce soltanto nel 1996, quando, accorgendosi delle potenzialità distruttive (per la Microsoft) di Netscape, immette sul mercato Internet Explorer, comprato in fretta e furia da un’altra azienda. Gates è costretto a regalare Explorer, e a promuoverlo con una campagna pubblicitaria senza precedenti nella storia dell’advertising informatico, per recuperare terreno su Netscape.

Quest’ultimo, intanto, commette l’errore di non diventare un serving come Yahoo; ed inoltre sbaglia nel pubblicizzare gli altri motori di ricerca a prezzi bassissimi.

Risultato: Netscape ha venduto pochi mesi fa’ ad America On Line di Jim Barksdale, una società fondata anch’essa da giovanissimi. AOL si è mossa dalla sua nascita in due direzioni:
1- Ha avuto la geniale idea di mettere la parola “America” nel proprio nome, che gli ha fruttato una immediata popolarità;
2-Nell’estate del 1997 si è inventata un’operazione di marketing “tecnologico”: Internet di massa, ovvero un collegamento full time a soli $ 9.99 mensili.

Nel mondo della rete nel frattempo prendono sempre più piede i motori di ricerca, fondamentali oggi che le pagine Web sono milioni. Un esempio ci è fornito da Yahoo, che seleziona i siti migliori per la ricerca, creando un archivio selezionato manualmente, espediente che in breve tempo lo ha fatto divenire il principale motore di ricerca della rete. Contemporaneamente ne nascono altri: Altavista, Infoseek, Lycos, Excite, etc. etc. Questi hanno centrato l’esigenza numero uno della rete: fornire oltre ad un servizio di ricerca molte altre utilities come la e-mail gratuita, lo spazio Web gratuito e le donnine on line.

Oggi Internet sta creando i cyberspazio un mondo parallelo al mondo reale, integrato col nostro, ma che vive di regole proprie.