la pizzetta rossa
Ora io so
perché in quei giorni venivo a trovarti
e ti portavo una pizzetta rossa.
Anche se avevi mangiato,
anche se ormai non avevi più fame,
ti dicevo mangia se vuoi
e tu mangiavi.
Era solo una stupida pizzetta rossa.
Era perché
ogni cosa avrei chiamato “Aprile”,
purché Aprile non portasse all’estate.
Era perché
i gatti potessero continuare a stare
in quell’urico amarsi in legnaia.
Era perché
una volta mi avevi comprato una pizzetta rossa
prima di andare a scuola
e mi avevi detto aspettami in macchina,
sto tornando.
Tutto qua.
Quella pizzetta era tra noi come una promessa,
potevo stare dal lato del guidatore,
ma solo per gioco.
Era solo una
fottuta
stupida
pizzetta rossa,
mentre ancora sei qui
che torni
coi tuoi eserciti invitti
e la tua assolata rivoluzione
di giorni a mare
e basilico e pesci.